Nel flow.

Sono Christl e mi piace di più andare in bici con Philippe. L'anno scorso siamo andati insieme e ritornati indietro dalle Prealpi bavaresi fino in Norvegia. Quest'anno abbiamo cambiato le nostre bici da trekking per delle mountain bike e ci godiamo i metri in verticale. Philippe è fotografo e spesso mi precede di alcuni metri per controllare la luce e i dintorni e per prendere la sua macchina fotografica e scattare una foto appena passo.

Vogliamo fare lo Stoneman Glaciara . Con una lunghezza di 127 km e 4.700 m di dislivello il trail svizzero nel Canton Vallese, per me, è una sfida a livello di condizione fisica e di mente e che vogliamo superare in tre giorni. Se ce la facciamo, vinciamo una pietra in bronzo come trofeo. I ciclisti che fanno il percorso in uno o due giorni ricevono la pietra in oro o argento. Una cartina da timbrare presso 6 checkpoints e da presentare alla fine in un punto vendita serve come prova.

1° giorno: La salita a Märjela

Partiamo da Fiesch e pedaliamo a serpentine su una strada sterrata nel bosco fino al Gletscherstube sul lago artificiale di Märjelen, passando da Fiescheralp. Il rifugio si trova tra Strahlhorn e Eggishorn. A cena siamo a tavola con due svizzeri. Ci spiegano che sono venuti qui per riposare e che non lasceranno il rifugio il giorno dopo. Quando noi raccontiamo dello Stoneman Glaciara, uno dei due dice: "Per 4700 m di dislivello io ci metterei due settimane!“.

2° giorno: Da Moosfluh sul Breithorn

Il secondo giorno il sole splende e i raggi di sole illuminano la stanza del rifugio. La discesa fino al Bettmeralp con il lago passando per trail attraverso i prati è un vero regalo. Da lì ci aspetta una bella salita molto impegnativa, fino alla stazione a monte del gondola Moosfluh. Sudo e le gocce di sudore bagnano il telaio della bici. Dopo la terza rampa inizio a dubitare dell'utilità di questa parte esigente del trail. Arrivata in cima ricevo la risposta, potendo guardare da qui, a 2400 m, il ghiacciaio dell'Aletsch e l'Aletschhorn. Non ho mai visto così tanto ghiaccio durante un giro in MTB. Il ghiacciaio è bianco, turchese, poco frastagliato e arriva fino nella valle del Rodano. Due tracce scure delle morene centrali si estendono fino alla lingua del ghiacciaio e mi ricordano delle tracce sovradimensionali di un trattore sulla neve.

La discesa su strade strette e vie nel bosco ci porta fino a Mörel, un villaggio nella valle.

È tutto il giorno che non vedo l'ora di fare la salita fino al colle del Breithorn, perché potrò maltrattare i miei pedali senza sosta fino a 1700 m di altitudine. La strada che passa per Grengiols è lastricata e ripida. Mi piego fino al manubrio per abbassare il centro di gravità e cerco di respirare regolarmente senza rallentare troppo. Il mio tachimetro dimostra una cifra bassa e umiliante di 4,8 km/h quando un paesano mi viene incontro con il suo bastone, dicendomi con un grande sorriso: "Qui il limite di velocità è di 50 chilometri!" Cerco di rispondergli con il mio miglior sorriso.

Lasciamo la civilizzazione e seguiamo una vecchia strada militare. A destra e a sinistra numerosi lamponi affiancano il cammino. La vegetazione sembra essere saturata dal caldo estivo, le foglie del faggio sono di un colore verde scuro. Pedalo meccanicamente, prendo le serpentine larghe e davanti a me vedo Philippe con la sua maglia azzurra che spicca nell'ambiente. Vorrei chiamarlo per dirgli quanto è bello il paesaggio, decido però di risparmiare il mio fiato per la prossima curva che viene.

Arrivata sul colle del Breithorn sono sconvolta: vedere un mare di ghiaccio davanti all'Eiger, Moench e Jungfrau e sapere che fino a Binn non andremo che in discesa è una sensazione fantastica.

3° giorno: Lungo il Rodano attraverso la valle di Binn e Goms

La terza e ultima tappa ci porta sempre lungo il Rodano attraverso la regione di Goms. Vediamo le cosiddette "Gommerhäuser" (case del Goms), fatte di legno scuro e costruite su palafitte e protette con grandi lastre di pietra per proteggerle dai roditori.

Prima ci bagna il piovasco, poi il vento ci viene incontro. Pochi chilometri prima della fine Philippe esclama: "La mia maglia è quasi asciutta!" Ridendo ricordo il mio primo abbigliamento sportivo, fatto di cotone. Una volta bagnato rimaneva così.

Pochi chilometri prima della fine, a Fiesch, passiamo per l'impianto sportivo Bellwald. Cello, il dirigente dell'impianto, sta seduto sul terrazzo e beve il suo espresso. È qui che gestisce uno dei punti vendita dello Stoneman Glaciara. Appena ci vede presso l'ultimo checkpoint si alza subito per farci vivamente gli auguri. Ho l'impressione che lui sia tanto felice quanto noi. Insieme al suo amico Stefan brindiamo con una birra del Vallese alla nostra avventura riuscita.

La ripartizione delle tappe del percorso è stata perfetta, riguardo al secondo giorno con il sole e i 2500 metri di dislivello. Consigliamo però di ripartire le tappe in parti uguali.